lunedì 3 ottobre 2011

E' da prima

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È DA PRIMA
MEDIA. Al festival di «Internazionale» dibattito sul futuro dei giornali
«Page One», film-verità sul «New York Times». Tempi duri per l'informazione: internet galoppa, ma a dirla con Humprey Bogart c'è sempre «la stampa, bellezza»
03/10/2011
Zoom Foto
Il nuovo grattacielo del New York Times, progettato da Renzo Piano

Simone Incontro
FERRARA


Nessuno è intoccabile, e dopo il crollo di colossi della finanza, considerati «troppo grandi per fallire», come Lehman Brothers e Bear Stearns, anche il New York Times, il colosso del giornalismo, fa i conti con la crisi.

Arthur Ochs Sulzberger Jr. presidente della casa editrice, nel 2007 al forum di Davos affermò di non essere affatto sicuro che nel giro di cinque anni ci sarebbe stato ancora un Times di carta. Davvero? Il regista Andrew Rossi ha ripreso con le telecamere per un anno intero quello che è considerato il tempio del giornalismo mondiale.

Il risultato è il documentario Page One: A Year Inside the New York Times, presentato in anteprima nazionale al Festival Internazionale a Ferrara, e in uscita in dvd nel 2012 con Feltrinelli.

La quinta edizione del festival di giornalismo organizzato dal settimanale Internazionale e dal Comune ha visto 63mila presenze, con Arundhati Roy e John Berger protagonisti dell'attesissimo incontro finale, star del giornalismo internazionale come Jason Burke e Natasha Walter, personaggi come il direttore generale di Greenpeace International Kumi Naidoo, il blogger cinese Michael Anti, Horacio Verbitsky, Pepe Escobar, Alma Guillermoprieto.

Il film Page One permette un inedito accesso al lavoro nella redazione della «Gray Lady», la Signora in grigio, com'è soprannominato il NYT, e racconta dall'interno come si sta trasformando il sistema dell'informazione nel momento di maggiore incertezza: internet sta superando la carta stampata come principale fonte di notizie. Giornalisti come il blogger Brian Stelter, l'inviato di guerra Tim Arango e il veterano David Carr raccontano la metamorfosi del mestiere mentre il loro stesso giornale lotta per restare in vita e i loro caporedattori si confrontano con le sfide poste da Wikileaks, Twitter e i tablet.

IL DOCUMENTARIO di Andrew Rossi permette di vedere l'interno del grattacielo progettato da Renzo Piano e soprattutto la squadra di fuoriclasse del Times. Uno di questi è Bill Keller, direttore del principale quotidiano della Grande Mela da luglio 2003 a settembre 2011. In questi anni aveva risollevato il giornale dagli scivoloni del predecessore — gli articoli copiati di Jayson Blair, quelli che savano per buone le informazioni ufficiali sulle presunte «armi di distruzione di massa in Iraq» — ed è riuscito a collezionare scoop e premi Pulitzer.

Ma i morsi della crisi si sono fatti sentire. In un solo anno cento giornalisti, su un totale di 1.250, hanno dovuto abbandonare il Times, la tiratura è in calo, il fatturato è sprofondato e la pubblicità ha continuato a essere latitante. Internet, in questi anni, ha messo a soqquadro l'editoria americana.

Tutto sembrerebbe dare ragione alla lunga lista dei profeti che hanno annunciato un lento e inesorabile declino della carta stampata. Non tutti però hanno indovinato. Bill Gates, per esempio, nel 1990 aveva predetto la fine dei giornali di carta entro la fine del secolo. Nel 1993 lo scrittore Michael Crichton aveva dato dieci anni di vita ai giornali tradizionali, definiti mediasauri, evocando il suo fantascientifico bestseller. Pende come una spada di Damocle la profezia di Philiph Meyer, studioso americano dell'editoria, che ha previsto «l'ultima copia del New York Times» nel 2043.

Ma non è detto che allora non riecheggi ancora la frase di Humprey Bogart a fianco delle rotative: «È la stampa, bellezza, e tu non puoi farci niente». La neodirettrice Jill Abramson, la prima donna a ricoprire il ruolo nei 160 anni di vita del più prestigioso quotidiano al mondo, avrà il difficile compito di guidare l'evoluzione del Times in una testata poliedrica, multimediale e sempre votata all'eccellenza giornalistica. Jill Abramson, premio Pulitzer con un passato di reporter investigativa ha studiato a lungo gli aspetti tecnici del quotidiano digitale e l'integrazione fra scrittura online e quella sul giornale di carta. Il sito internet del Times è sempre il più visitato al mondo — 31 milioni di visitatori al mese — ma nel grattacielo progettato da Renzo Piano si lavora perché questo sia a vantaggio e non a scapito del giornale di carta: un milione di lettori al dì, a partire dalle 50 copie recapitate ogni mattina all Casa Bianca.


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